Hope, un Superfondo (privato) per il rilancio del Paese

Capitali in una piattaforma per «sostenere il Paese nella fase critica della trasformazione e dello sviluppo post Covid-19», con una raccolta a regime fino a 10-15 miliardi. Ovvero un vero Fondo Sovrano Italiano di cui si parla da anni e del quale il paese ha necessità per poter attirare capitali dei privati investitori. Ma privato.

 

Banche e famiglie di imprenditori
Stanno per lanciarlo alcune tra le maggiori istituzioni finanziarie nazionali insieme ad un Gruppo di famiglie di industriali del Centro-Nord. Si chiama Hope, Holding di partecipazioni economiche, ed auspica di poter attrarre l’elevatissimo risparmio dei privati cittadini al fine di convogliarlo nell’economia reale che in questo momento necessità di capitali diverso dal solito ricorso al debito bancario. Città e imprese, con un approccio di lungo periodo.

 

In cabina di regia
Indiscrezioni evidenziano quali investitori banche tra cui Unicredit, Bnl, Banca Mediolanum, Banca Generali, Banco Bpm, Amundi (Crédit Agricole) e Cnp e alcune Popolari (Ragusa e PopPuglia e Basilicata). Ma hanno aderito anche esponenti di famiglie industriali, da Isabella Seragnoli (Coesia) a Emilio Ottolenghi (Petrolifera Italo-Rumena), a Matteo e Paolo Zanetti (prodotti caseari), la famiglia Manuli, la famiglia Lia di La Spezia, Vito Rocca, per 17 anni alla guida di Rgi Group, leader nella trasformazione digitale del mercato assicurativo, il fondatore di Buongiorno, Mauro Del Rio, Stefano Aversa e Piero Masera di AlixPartners e Andrea Beltratti con la sua Afi.

 

L’Università Bocconi
Infrastrutture e progetti di rigenerazione urbana smart e green, investimenti in Pmi innovative, iniziative high tech e startup questi gli obbiettivi che il Superfondo si pone.

Hope, una volta ottenute le autorizzazioni di Consob e Bankitalia, sarà una Sicaf Eltif, quotata e Pir Alternative. Tre i comparti: competitive corporates (imprese in crescita), tecnologie innovative (venture capital e startup) e città sostenibili (rigenerazione e sviluppo urbano). Al lavoro sono Stefano Caselli, prorettore della Bocconi, presidente di Hope, il direttore generale Aifi, Anna Gervasoni e Claudio Scardovi, già in AlixPartners, ideatore e promotore dell’operazione.

 

La quotazione in Borsa
Certamente la compagine societaria di Hope diventerà una captive in grado di attrarre capitali oggi variamente investiti di privati cittadini che si configura come un sistema aperto con azionariato diffuso: altre famiglie imprenditoriali, istituzioni finanziarie e banche bussano già alla porta. Nella fase del collocamento potrebbero entrare altri soggetti tra Fondazioni e Casse di previdenza. Il fondo intende anche attrarre i migliori talenti privati del Paese, in una fase che, anche da un punto di vista generale l’attuale governo considera di Mario Draghi, viene considerata la più favorevole possibile.



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