- 11 Dicembre 2023
- Posted by: Daprsrl_login
- Categories: Banche, Credito, Finanza, Servizi bancari
Nel caso in cui un cliente venga sottoposto a procedure concorsuali e non sia più in grado di onorare le proprie obbligazioni, il danno legato al mancato pagamento delle fatture può avere effetti considerevoli sul cash-flow della propria azienda.
Per questo è fondamentale per qualunque imprenditore avere la consapevolezza di quali sono i possibili scenari riguardanti le insolvenze giuridiche e sapere come comportarsi per prevenirle, proteggendo i flussi di cassa e la solidità finanziaria del proprio business.
Le insolvenze in Italia nel 2023-2024: qualche dato
In Italia è in atto un rimbalzo deciso delle insolvenze giuridiche, dopo aver registrato 7.164 casi nel 2022 (il conteggio annuale più basso dal 2008).
Anche se in aumento, stiamo ancora parlando, in termini assoluti, di valori inferiori rispetto a quelli pre-Covid (10.500 casi sia nel 2018 che nel 2019) ed ancora inferiori rispetto al caso record del 2014 (14.735).
Il 2020 ha segnato infatti il numero più basso di insolvenze dal 2008, e quello a cui stiamo assistendo oggi è un vero e proprio “rimbalzo”.
In Italia previsti 8.250 casi di insolvenze giuridiche nel 2023 (+15% rispetto al 2022) e 10.200 casi nel 2024.
La pressione prolungata sulla redditività, la riduzione delle riserve di liquidità e le condizioni finanziarie più restrittive e di maggiore durata del previsto, stanno mettendo a dura prova la resilienza delle imprese più fragili.
Quali saranno i settori più impattati?
I settori con il minor potere in materia di determinazione dei prezzi (ad esempio, le attività di commercio al dettaglio specializzato, quali prodotti tessili ed elettrodomestici e alcuni servizi, inclusa la ristorazione); quelle più esposte all’aumento dei salari, come il commercio al dettaglio, i trasporti e l’edilizia, oltre a quelle più sensibili all’aumento del costo degli interessi (edilizia, beni durevoli).
Questo trend è confermato dall’analisi dei dati sulle insolvenze registrate nei primi tre trimestri del 2023, che rispecchiano un generale aumento rispetto allo stesso periodo del 2022, con i settori delle costruzioni, dei servizi e dell’agroalimentare a guidare la classifica.
E le regioni più a rischio?
Alcune tra le variazioni maggiori si osservano in Veneto, Emilia Romagna e Toscana.